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La lotta obbligatoria contro la processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa)

La lotta alla processionaria del pino è regolamentata dal Decreto Ministeriale 30 ottobre 2007 il quale stabilisce che la lotta è obbligatoria solo se siano state emanate specifiche disposizioni di lotta da parte dell’autorità competente. Nel caso in cui nel Comune di residenza non sia stata emanata l’ordinanza sindacale di lotta obbligatoria alla processionaria, si invita ad applicare la legge del buon senso in base al rischio per persone ed animali sia su suolo pubblico che privato). Nel raro caso invece in cui la processionaria dovesse minacciare seriamente la sopravvivenza del popolamento arboreo, la competenza sarebbe del Servizio Fitosanitario.

La processionaria del pino: qual è il suo ciclo biologico?

Traumatocampa pityocampa è un lepidottero defogliatore che compie una generazione all’anno. Gli adulti (farfalle notturne) fuoriescono dal terreno tra fine giugno e inizio di settembre con picco di volo a luglio. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono da 70 a 300 uova in un manicotto a spirale intorno a due aghi.

L’incubazione delle uova dura circa un mese a seconda delle condizioni climatiche in particolare le larve nascono a fine luglio alle quote più elevate, a fine agosto nelle aree di pianura e media collina, a settembre nelle pinete costiere. Le larve neonate si nutrono degli aghi scheletrizzandoli e costruiscono il nido autunnale o pre-nido che consiste in una rete di fili sericei che ingloba alcuni aghi parzialmente erosi. Con l’incalzare

della stagione invernale le larve formano il nido definitivo entro cui svernare. Questi nidi racchiudono centinaia di larve, sono rilevabili con maggiore frequenza nelle parti alte e soleggiate della chioma e sembrano grossi bozzoli cotonosi e compatti. Le larve mature in un periodo variabile tra fine febbraio e inizio aprile a seconda delle condizioni climatiche abbandonano il nido scendendo lungo i tronchi in fila indiana

(processioni) vagando nell’ambiente per un periodo di tempo che va da alcune ore ad alcuni giorni alla ricerca di un luogo adatto per interrarsi. Le larve ad una profondità di 5-20 cm si incrisalidano e rimangono in diapausa (a volte anche per anni) in questo stadio fino al sopraggiungere delle condizioni ambientali idonee al passaggio a stadio adulto e conseguente sfarfallamento.

La processionaria del pino: quali sono le piante ospiti?

L'insetto attacca tutte le specie di Pino ed eccezionalmente di Larice e di Cedro. I nidi interessano soprattutto le porzioni di chioma più alte e maggiormente esposte al sole e si manifestano spesso con fluttuazioni graduali delle popolazioni, il cui culmine si presenta circa ogni 5 -7 anni. Il danno prodotto sulle piante ospiti raramente ne pregiudica la sopravvivenza. Solitamente gli alberi colpiti si presentano più o meno defogliati, indeboliti quindi eventualmente più soggetti ad attacchi ulteriori di parassiti. Grave invece il danno per persone e animali che vengano accidentalmente a contatto con i peli urticanti delle larve a carico di vie respiratorie, mucose ed epidermide.

La processionaria del pino: come si contiene?

In linea generale è bene evitare la messa a dimora di conifere del genere Pinus ad un'altitudine inferiore ai 500 metri s.l.m. e nelle zone particolarmente colpite dal parassita.

Si premette che gli interventi di seguito descritti non possono purtroppo evitare il ripresentarsi in futuro di nuove infestazioni in quanto non sono in grado di abbattere completamente la popolazione dell'insetto ma hanno l'obiettivo di contenerne la diffusione e l'azione dannosa.

Tra dicembre e gennaio è bene controllare la presenza dei nidi che, ove tecnicamente possibile, vanno eliminati e distrutti operando con la massima cautela e adottando adeguate misure di protezione personale.

L’eliminazione dei nidi invernali è di fondamentale importanza per non avere il problema delle processioni e per ridurre la pressione dell’insetto seppure non si abbatta completamente l’infestazione.

Nel caso in cui non si possano asportare i nidi in maniera completa si possono installare trappole ad imbuto riempite di terra o munite di colla per intercettare le larve nella loro discesa (1 trappola per pianta) ricordando che circa da metà febbraio le larve abbandonano i nidi.

Prima dello sfarfallamento degli adulti, verso metà giugno si possono installare trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti in numero di 6-8 trappole/ettaro, distanti tra loro 40-50 metri, posizionandole nei punti più soleggiati; nelle pinete vanno collocate ogni 100 metri lungo il perimetro e le strade di accesso.

Norme Compartamentali

- Tra dicembre e gennaio fare asportare i nidi solamente da personale specializzato, con mezzi e modalità idonei;

- Ricordare che quando le larve scendono è tardi, l’unica cosa che si può fare è non sostare in
prossimità dell’area interessata dalle processioni

- Mettere in sicurezza la zona interessata dalle processioni;

- Se si vedono le processioni, tenere sotto controllo bambini e animali spesso incuriositi da questo comportamento gregario;

- Evitare di raccogliere le larve anche se dotati di dispositivi di protezione (guanti) in quanto gli aculei, estremamente leggeri, potrebbero facilmente liberarsi nell’aria;

- Ricordarsi che le larve vagabondano da qualche ora a qualche giorno ma la loro missione è andare ad interrarsi per completare il ciclo biologico;

- Non sussiste alcun obbligo di segnalazione di nidi o della presenza delle processioni

- Consultare il proprio medico nell’eventualità di contatto con gli occhi, inalazione o ingestione dei peli urticanti.

Per approfondimenti e la consultazione dell' argomento consulta il sito della Regione Emilia Romagna

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Ufficio protezione civile del Comune di Palagano

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Ultimo aggiornamento: 18-03-2024, 12:16